Un ragazzo come tanti altri

Andrea Bordino era un ragazzo come tanti altri.
Il fratello Risbaldo ricordava con nostalgia gli anni della giovinezza trascorsi con Andrea:

Mio fratello era un ragazzo come tutti noi. Lo ricordo vivacissimo e appassionato per il gioco. Viveva semplicemente e allegramente.

«Da ragazzo giocava molto volentieri a bocce. Era il più robusto di tutti i suoi fratelli e il più forte tra i coetanei del paese. I segni di un particolare impegno cristiano sono conseguenti a un corso di esercizi spirituali che egli ha frequentato all’età di sedici anni con i giovani dell’Azione Cattolica diocesana ad Altavilla nell’autunno del 1938.

Quell’esperienza trasformò mio fratello. Il suo cammino di uomo di Chiesa cominciò lì.

Anche il viceparroco di Castellinaldo aveva notato la maturazione di fede di Andrea e quindi lo nominò «delegato aspiranti» tra la gioventù cattolica: aveva il compito di animare i preadolescenti. La statura e la forza fisica, la maturità di giudizio e il livello morale facevano di lui uno dei giovani più ammirati del paese, un leader comprensivo e trascinatore.
L’impegno di guidare gli aspiranti lo aiutò a maturare cristianamente.
Ricoprì questo incarico fino al gennaio 1941, quando diciottenne, fu nominato «presidente» della locale sezione d’Azione Cattolica.

Gli anni della seconda guerra mondiale

Erano gli anni in cui imperversava la seconda guerra mondiale. Tanti giovani erano coinvolti in questa immane tragedia, che travolgeva anche le loro famiglie. Gli italiani pativano, molti morivano per le privazioni e le grandi sofferenze. Per chi era rimasto a casa, la quantità del cibo era stabilita dal regime. I contadini e i proprietari terrieri riuscivano a eludere i controlli della polizia ma nelle grandi città la vita era più difficile, e quindi molte persone sfollavano nelle campagne.