Arruolato nell’Artiglieria alpina della Cuneese

Nel gennaio 1942, Andrea Bordino, diciannovenne, fu arruolato nell’Artiglieria alpina della Cuneese.
All’improvviso giunse per gli Alpini l’ordine di trasferimento sul fronte orientale. Ignari del loro destino, male equipaggiati, stipati con i muli sulle tradotte militari e con il pianto nel cuore partirono per la Russia. Tra loro c’erano anche Andrea e Risbaldo.

Le dotazioni e le strategie dell’esercito italiano erano inadeguate. I combattenti capirono subito che stavano andando incontro a un’assurda carneficina. Di giorno in giorno la tragedia assumeva proporzioni inaspettate; la maggior parte dei soldati non parlava: per non impazzire di disperazione cercavano di non pensare.
Dopo quindici giorni di viaggio, attraversata la Polonia, le tradotte raggiunsero Kiev; di lì, per altre due settimane, Alpini e muli carichi di armi e zaini e giberne proseguirono a piedi per circa venti chilometri al giorno. Affidato al Comando Reggimento, Andrea procurava il foraggio agli animali e distribuiva vettovaglie e coperte ai commilitoni.

Il ristoro

Presto furono tagliati alle spalle i rifornimenti dall’Italia, e i soldati dovettero arrangiarsi per togliersi la fame e ripararsi dal gelo.

Un giorno un compagno di armi di Andrea rovistò un fondo di magazzino e trovò una forma di formaggio e una lattina d’olio.

Affidò il tutto ad Andrea perché lo conservasse nascosto nella soma del mulo. Alla sera il commilitone reclamò la sua scoperta, ma era troppo tardi: Andrea aveva incontrato alcuni Alpini esausti e li aveva ristorati con quel formaggio.