Il servizio come infermiere
Aiutato e consigliato da alcuni confratelli più anziani, fratel Luigi iniziò il suo servizio di infermiere. Nello stesso tempo frequentava un corso infermieristico. Poi si specializzò. Negli anni della formazione religiosa, fratel Luigi prestò diversi servizi nella Piccola Casa. Poi, per trent’anni, fu infermiere in sala operatoria e nelle sezioni di chirurgia e ortopedia.
Il primario chirurgo dell’ospedale Cottolengo, il prof. Giovanni Villata, ricordava che
Fratel Luigi aveva l’intelligenza di gran lunga superiore alla media, malgrado avesse frequentato solo la scuola elementare. Non so dove avesse appreso tante nozioni.
Il dottor Chiaffredo Bussi, per molti anni otorinolaringoiatra all’Ospedale Cottolengo, testimoniò che «Fratel Luigi era l’infermiere al quale si poteva chiedere tutto (…). Ricordo che prestavo servizio in ambulatorio, verso sera e dopo facevo gli interventi di tonsillectomia. Si dava mezza anestesia, per cui i piccoli pazienti erano fermati in braccio. Li teneva quasi sempre fratel Luigi, perché era forte e molto sveglio, intelligente e ricco di nozioni sanitarie».
Il prof. Giovanni Villata, che lavorò a fianco di fratel Luigi per quasi trent’anni, ricordava: «Lo si vedeva arrivare a passi piuttosto lunghi, con moderata andatura, affrettata soltanto in occasioni eccezionali; eretto sempre sulla persona anche quando non aveva avuto la possibilità di dormire per tutta la notte perché affaccendato attorno a un malato grave. Di statura superiore alla media, di costituzione robusta, da vero alpino, solido come una quercia, con viso tondo sorridente e aspetto bonario, aveva un tono di voce e una conversazione pacata, e ispirava subito massima confidenza e fiducia a chi gli si rivolgeva per qualche consiglio».
Fratel Luigi sapeva comunicare quella fiducia e quella serenità che rappresentavano preziosi coefficienti di guarigione – testimoniò il dottor Carlo Vassia –. Egli assommava in sé la perfezione professionale alla perfezione umana.